Museo della Scienza di Roma
- ARCHITECTURE
Il nuovo Museo della Scienza tra contemporaneità e Memoria
L’opportunità di realizzare dopo anni di attesa, un Museo della Scienza a Roma in un’area di grande valore urbano, in cui Contemporaneità e Memoria si confrontano in un unicum spaziale e paesaggistico, è l’occasione per un’Architettura capace di lasciare una traccia del nostro Presente, fondendo in essa la Memoria del luogo in cui si trova. In questo senso il Progetto propone un nuovo intervento che, mantenendo parte della struttura esistente delle ex Caserme di Via Guido Reni, le integra in un nuovo complesso architettonico, iconico e aperto all’urbanità circostante, metafora della stratificazione del Sapere scientifico costantemente in bilico tra passato, presente e futuro. La contemporaneità è rappresentata dalle nuove sale espositive che si sovrappongono con un nuovo livello urbano all’esistente, dando vita ad un percorso spaziale articolato ed emozionante. La Memoria del luogo è mantenuta nel recupero delle parti architettonicamente più rilevanti delle caserme, ma anche dell’impostazione planimetrica e di attraversamento dell’asse estovest. La stratificazione del Progetto esprime cosi il suo ruolo di Ponte verso il futuro del Sapere scientifico, simbolo dell’accrescimento stesso della conoscenza in questo ambito. L’architettura che proponiamo è in tal senso connotata dalla dualità tra dimensione analitica e additiva -basata sulla logica binaria e matriciale sottesa alla struttura generale del progetto del Museo- e la dimensione olistica -basata sulle più recenti scoperte della scienza della complessità e della meccanica quantistica- declinata in un’architettura sistemica evocante l’interazione tra le forme che articolano un percorso dinamico della conoscenza.
Il museo come architettura esperenziale
Il progetto è l’esito di una riflessione sul tema del ruolo del Museo contemporaneo in linea con le tendenze internazionali. Nei Musei attuali un aspetto saliente è legato alla dimensione esperienziale e di coinvolgimento del pubblico, nel binomio conoscenza-gioco, concetto che è particolarmente vero per i Musei scientifici, in cui esperienzialità, interattività e scoperta sono aspetti essenziali. Un Museo rappresenta inoltre il luogo simbolo dell’accrescimento continuo della conoscenza, che Le Corbusier teorizzò nel Museo a crescita illimitata, tema affrontato anche da altri progettisti come F. L. Wright nel Guggenheim. In tal senso la Promenade a doppia elica che si sviluppa lungo tutto il percorso del nostro progetto, è il cuore dell’esperienza museale.
Un progetto-sistema attivatore di relazioni urbane e sociali.
Il nuovo Museo è pensato come un luogo aperto ed attraversabile da tutti i fronti, capace di generare relazioni urbane con il quartiere Flaminio, il Maxxi, e il comparto delle Caserme.
La grande piazza coperta di accesso al nuovo Museo da via Guido Reni è posta in continuità con il Maxxi ed i suoi spazi pubblici valorizzando il rapporto ideale tra Arte e Scienza- e sarà un luogo vivibile da tutti i cittadini.
La promenade interna a doppia elica (evocazione del DNA e ancora una volta dell’accrescimento del Sapere) che dalla Piazza attraversa l’edificio e raggiunge la copertura, rappresenta un percorso bi-direzionale sempre diverso che consente ai visitatori un’esperienza museale circolare, collegando le varie sale espositive e costruendo un racconto continuo e sempre diverso della Conoscenza scientifica.
La moltiplicazione dello spazio pubblico accessibile ai diversi livelli farà del Museo un vero attivatore di relazioni urbane e sociali, al servizio del quartiere.
All’interno della promenade sono state ricavate delle piccole sale, intervallate da spazi vuoti che metteranno il visitatore in connessione visiva con gli altri grandi spazi del museo, alternando ambienti compressi e dilatati, luce e buio.
Il “tunnel” elicoidale rappresenta un percorso introflesso, di graduale scoperta e meraviglia. In qualche modo il percorso del Museo della Scienza rappresenta la continuazione del percorso museale e urbano del Maxxi.
Organizzazione spaziale e funzionale
l Progetto è strutturato come alternanza di pieni e vuoti, per costruire un racconto di cui protagonisti sono i percorsi e le sale espositive, vecchie e nuove.
Il percorso centrale (promenade) si sviluppa infatti in un “vuoto” architettonico attorno a cui si rivelano le sale espositive rappresentate da volumi ortogonali di diverse altezze e dimensioni, in un gioco sorprendente di erosione e scavo interno alla conoscenza.
Nell’ambito del percorso si incontrano anche due volumi organici, due grandi “serre bioclimatiche” ospitanti rispettivamente la prima il bar con dei giardini pensili e piccole aree ristoro, la seconda una serra vera e propria con piante e spazi di sosta.
Flessibilità e riconfigurazione delle sale:
La progettazione di un manufatto architettonico nuovo in dialogo con l’esistente è il presupposto per immaginare delle sale espositive rispondenti ai più avanzati criteri di flessibilità e performance espositiva;
Le sale sono concepite secondo una logica modulare sia in pianta che in altezza, per consentire esposizioni di oggetti anche di grandi dimensioni.
Le Sale temporanee e le sale on demand sono posizionate al Piano Terra mentre quelle per esposizione permanente si trovano ai livelli superiori, accessibili dal percorso a doppia elica. Anche le sale permanenti possono essere organizzate separatamente per mostre ed usi indipendenti e differenziati nelle diverse ore del giorno.
Principali scelte tecnologiche
Concept delle strutture
Il Progetto è concepito con una struttura matriciale modulare e tridimensionale, all’interno della quale sono contenuti i percorsi, le sale espositive e i servizi connessi.
La volumetria del progetto è fatta della giustapposizione di pieni (le sale) e vuoti (i percorsi), nel rispetto delle superfici di programma. Dal punto di vista strutturale, l’intervento prevede la realizzazione di opere in calcestruzzo armato e in acciaio.
L’uso del calcestruzzo armato sarà limitato alle fondazioni e ai nuclei di controvento, mentre le strutture orizzontali e le colonne saranno per lo più realizzate in acciaio.
L’utilizzo dell’acciaio consentirà di coprire grandi luci per una maggior fruibilità degli spazi.
Concept delle Facciate e della Copertura
Le facciate parametriche del Museo(espressione della dimensione matriciale e binaria sottesa al progetto) avranno la funzione di accogliere i volumi entro un inviluppo compatto e vibrante.
La “pixelatura” delle facciate verrà modulata in base all’esposizione bioclimatica e alla presenza di volumi vetrati od opachi, fungendo quando necessario da brise soleil, dove la trama sarà più fitta, e diradandosi davanti a superfici opache. Le facciate sono realizzate con pannelli piani serigrafati o sabbiati a simulare singole mattonelle di vetro e sono agganciati a profilati metallici imbullonati fra loro a restituire una griglia tridimensionale, collegata alla facciata retrostante.
I componenti di realizzazione saranno standardizzati, leggeri e molto semplici da assemblare (e quindi economici), e potranno essere realizzati fuori opera.
La nuova copertura a sced, anch’essa molto semplice ed economica, sarà realizzata con pareti opache schermanti a sud. e vetro a nord, per un’illuminazione diffusa e non diretta degli ambienti interni.
Sostenibilità e integrata e Valutazione di impatto
Il progetto terrà conto della sostenibilità integrata: utilizzando la metodologia della valutazione di impatto sociale, ambientale ed economico sono definiti i cambiamenti principali generati dall’intervento. L’intero progetto è sviluppato per perseguire l’obiettivo Near Zero Energy Building.
Tutto il progetto è informato da tre saldi principii: massimo benessere psico-fisico per i fruitori, massimo rispetto ambientale e piena applicazione possibile di tutti i requisiti richiesti dai 17 SDGs delle nazioni Unite, in ottica ESG. Questo progetto è in grado di soddisfare tutti e 17 gli SDGs con molteplici azioni per ognuno e può largamente ambire al conseguimento del livello Platinum nella certificazione LEED v4 BD+C. L’edificio è pensato per soddisfare, oltre i requisiti energetici più restrittivi, i criteri ambientali minimi CAM, che abbracciano i temi della sostenibilità dalla progettazione all’esecuzione delle opere.
Strategie energetiche passive
La grande facciata parametrica ha funzione schermante l’irraggiamento solare, limitando fortemente il surriscaldamento del museo. Analogamente, In copertura è alloggiata una importante superficie fotovoltaica ampiamente superiore ai requisiti minimi previsti per legge, che funge anche da ombreggiatura della copertura, aumentandone l’inerzia termica. Le due grandi serre bioclimatiche favoriscono inoltre il riscaldamento invernale per irraggiamento delle pareti interne, consentendo inoltre la ventilazione naturale del museo, sia in inverno che d’estate.
Modello di intervento e metodologia SROI
Il lavoro di valutazione di impatto verte sulla costruzione e rappresentazione, rispetto agli ambiti di analisi individuati e co-designati con i partner, della filiera del valore del progetto, definita da qui in avanti “Catena degli Impatti”.
La Catena degli Impatti fornisce una prima evidenza del cambiamento (aree di outcome) complessivamente generato dalle attività e dagli output di progetto e permette inoltre di leggere tale cambiamento secondo scale diverse: persona, comunità, società.
In particolare, la definizione della Catena degli Impatti parte dall’analisi degli stakeholder principali di ogni intervento e dalla definizione degli output progettuali materiali rispetto agli outcome (o cambiamenti di medio-lungo periodo). L’analisi si suddivide dunque in due macro-fasi: l’analisi qualitativa degli outcome da considerare e l’analisi quantitativa degli indicatori collegati a ciascun outcome.
Una volta ottenuta questa concatenazione (stakeholder > output > outcome), ciascuno dei cambiamenti identificati viene collegato a metriche finanziarie che ne esprimono il valore, andando così a comporre il valore sociale complessivamente generabile da interventi di diversa scala e natura. Il valore – sociale, ambientale, economico – evidenziato può essere all’occorrenza opportunamente collegato a sistemi di metriche di importanza internazionale (SDGs dell’ONU).
L’analisi d’impatto è stata svolta attraverso l’applicazione della metodologia SROI – Social Return on Investment – che è in grado di cogliere la trasformazione dell’impatto dalla forma finanziaria in una forma di valore blended (lett. miscelato) di valore sociale, ambientale, economico. Tale metodologia, ormai consolidata in diversi paesi europei, prevede la definizione degli outcome e del loro rispettivo valore monetario, al fine di ottenere il valore sociale sull’investimento (SROI) che è definito come il rapporto tra gli impatti generati dal progetto e il budget a disposizione.
Crediti di Progetto:
Progetto architettonico e coordinamento generale: NEMESI ARCHITECTS SRL
Progetto strutturale: Studio Capè
Progetto Impiantistico: Ai group
Antincendio: Davide Luraschi
Analisi e verifica dei flussi: Systematica
Strategie energetiche: Studio Goldmann & partners
Progetto Illuminotecnico: Silvia Perego
Computi Metrici: GAD Studio
Strategie di Project management: Nicola Magistretti
Valutazione di Impatto: open project
Progetto multimediale di facciata: iart
Studi Geologici: Geoter