S.Maria della Presentazione
- ARCHITECTURE

Santa Maria della Presentazione
Centro Polifunzionale, ricreativo e di culto, Roma
Progetto: Nemesi Architects
Tipologia: Culturale, Religiosa, Ricreativa
Anno: 2002
Cliente: Vicariato di Roma
Area: 6.000 mq
Importo lavori: € 3.100.000
Stato: realizzato

Una Chiesa di Confine
Alla fine degli anni 90, viene elaborato il piano “50 Chiese per Roma 2000” con l’obiettivo di revitalizzare le aree periferiche di Roma, costruendo nuove chiese dove i fedeli non disponevano di luoghi di culto adeguato.
Il nostro progetto, risultato vincitore al secondo posto del concorso promosso dal Vicariato di Roma in occasione del Giubileo del 2000, consiste nella realizzazione di una ”Chiesa sussidiaria con funzioni ricreative e sportive” nella zona del Quartaccio, una porzione marginale del tessuto urbano di Roma, socialmente fragile e in cui non esistevano luoghi aggregativi.
La nostra proposta progettuale da’ vita ad un complesso polifunzionale – articolato in diversi volumi e raccolto al di sotto di una ampia copertura che accoglie anche una piazza coperta- in dialogo con il quartiere ed il paesaggio.
La zona del Quartaccio nasce negli anni 80 come quartiere di edilizia popolare in una zona periferica sopraelevata e limitrofe con un area ancora non urbanizzata. Il lotto del progetto era proprio al confine tra queste due realtà: la fragilità sociale del quartiere di residenze popolari e la bellezza del paesaggio rurale romano.
La vera sfida del progetto era quella di collegare queste due dimensioni. Prendendo spunto da questa dicotomia, la nostra proposta articola la sua parte civica e quella sacra creando un dialogo tra la “presenza” del costruito, suddivisa nei diversi volumi raccolti sotto la grande copertura, e “l’assenza” dei vuoti che si creano tra questi.
All’ingresso una piazza accoglie il visitatore e lo conduce verso l’interno dell’edificio, dove una foresta di snelli pilastri sostiene la struttura del tetto, una sottile lastra che sembra fluttuare. In contrasto con i volumi chiusi in cemento, le parti trasparenti e traforate delle facciate rendono l’edificio permeabile alla luce e al suo contesto, agendo da “ponte” tra il costruito e il paesaggio circostante.
L’obiettivo del progetto è accogliere gli abitanti del quartiere ed offrire loro un luogo di aggregazione, ma anche dar vita ad un luogo spirituale per la ricerca di sé stessi cui la dimensione intima e labirintica del progetto invita.
Il progetto da’ vita ad un’architettura che crea un valore aggiunto – sia funzionale che estetico – in una zona periferica e marginale della città, innescando un processo di rigenerazione urbana, e combattendo il degrado sociale del quartiere con una proposta innovativa e audace. La “differenza” che il progetto costruisce, sta nel non essere un tradizionale edificio per una Chiesa, ma uno Spazio attraversante in cui dialogano diversi volumi e in cui il visitatore deve perdersi, per ritrovarsi.
In questa Chiesa sono state girate alcune scene del Film Sacro Gra di Gianfranco Rosi, vincitore del Leone d’Oro a Venezia.
Press review
Nuova Architettura Italiana
Due generazioni a confronto
50/50



Sacro e Profano
DOMUS N.852
