Loading...

L’ARCHITETTURA COME FORMA DEL CAMBIAMENTO, PER CREARE VALORE ECONOMICO E SOCIALE- di Susanna Tradati.

di Susanna Tradati.

L’ARCHITETTURA COME FORMA DEL CAMBIAMENTO, PER CREARE VALORE ECONOMICO E SOCIALE.

Il PNRR, il Nuovo Codice degli Appalti e il Bonus 110% rappresentano occasioni mancate, in cui il Progetto di Architettura viene spesso delegittimato, determinando cosi una perdita di Valore per la Società, ma anche per gli attori pubblici e privati che su esso investono.

Occorre quindi tornare ad interrogarsi sul significato rivestito dal Progetto e dall’Opera di Architettura, e sul Valore che essa rappresenta.

L’OPERA DI ARCHITETTURA COME BENE COMUNE

L’obiettivo principale che un’Opera di Architettura deve perseguire è il soddisfacimento del Bene Comune, nella capacità di costruire l’identità del proprio tempo e delle persone che lo abitano.

Il compito del Progetto di Architettura è cosi quello di restituire il senso e l’estetica del proprio Presente, interpretando le istanze della contemporaneità, e traducendole in valori e forme condivisibili dalla Comunità. L’architettura appartiene indissolubilmente al DNA della nostra cultura, ma spesso ce ne dimentichiamo.

La principale finalità del Progetto e dell’Opera di Architettura dovrebbe quindi essere quella di creare Valore per il tempo e il contesto in cui si colloca, riverberando questo stesso Valore nel tempo a venire, come eredità per le generazioni future.

In questo senso il Progetto, come opera di Ingegno, rappresenta la spinta della Società a riconoscersi in determinati valori, prefigurando modelli di vita e di urbanità che ci radicano nel presente, e ci proiettano nel futuro.

La definizione di Bene Comune non è un concetto a priori ma richiede una costante ridefinizione che nell’Opera di Architettura è in relazione al tempo (storico) e allo spazio (luogo) in cui si colloca.

In questi ultimi anni, anche a fronte della crisi pandemica, si è riacceso il dibattito sulla necessità di cambiamento dei Paradigmi Urbani e di conseguenza sul ruolo giocato dall’Opera di Architettura. Questo dibattito sembra però non aver ancorafornito risposte soddisfacenti, producendo per lo più degli slogans che spesso semplificano le risposte ad interrogativi che richiedono la messa in gioco di azioni complesse ed integrate; la Politica ma anche il mondo della professione fatica a fornire soluzioni adeguate, che richiederebbero l’organizzazione di programmi e forme di governance specifici, ed in grado di valorizzare il dialogo tra le forze e gli interessi in gioco.

LA CRISI DEL PROGETTO  E LA SUA PERDITA DI VALORE

Verso il Progetto-Prodotto

Al contempo il cambiamento del mercato immobiliare dell’ultimo decennio testimonia come sempre più il Valore di un’Opera sia oggi parametrato a singoli e specifici requisiti e performances, la cui sommatoria non può restituire il senso più profondo e complesso di un Progetto, e il cui Valore nel tempo non è quindi destinato a perdurare.

Per questa ragione oggi non si parla più di Progetto come fine, ma di Sostenibilità, Digitalizzazione, Innovazione, come obiettivi” da perseguire a prescindere dal Progetto stesso, e di cui il progetto diviene mero strumento.

Non essendo più l’Opera il fine da perseguire, l’Opera stessa perde di centralità, rimpiazzata da indicatori che solo apparentemente ne certificano la qualità.

Questi parametri devono essere invece visti come dei mezzi  e non dei fini, perché solo il Progetto li può trasformare in Valore economico e sociale destinato a perdurare nel tempo.

Per di più questi indicatori di performances sono basati su requisiti strettamente legati al nostro presente, e che velocemente verranno sostituiti da nuovi e più performanti prestazionalità.

Il paradosso è che proprio in un momento storico in cui il Progetto dovrebbe essere centrale per la costruzione del Bene Comune, sta scomparendo il concetto stesso di Progetto nella sua accezione storica, configurandosi sempre più come Prodotto, e come tale sempre più destinato alla deperibilità.

Misurazione dell’Impatto di un Progetto  in riferimento al Contesto

Rispetto al passato il Valore di un’Opera dovrebbe essere valutato su parametri che non sono più solo quelli economici, ma che ricomprendono l’Impatto reale che il Progetto avrà complessivamente a livello sociale ed ambientale. Non esistono però ancora dei criteri e dei parametri per misurare questo Impatto, ma sappiamo che non è riducibile alla sommatoria delle singole Performances.

Essendo la nozione di impatto strettamente connessa alla nozione di Valore, il mancato calcolo dell’impatto di un progetto rappresenta un altro aspetto della sua Perdita di Valore.

La valutazione di impatto complessivo di un’Opera dovrebbe essere fatta possibilmente all’inizio, per poi essere meglio approfondita e verificata nel corso di sviluppo progettuale. Questo approccio metodologico consentirebbe di valutare meglio gli obiettivi complessivi di Progetto, ed anche il valore di investimento iniziale e di redditività nel tempo.

C’è poi da chiedersi se i parametri di valutazione valgano indifferentemente per ogni contesto o se ad esempio, un Paese come l’Italia non possa dotarsi di strumenti propri di valutazione e misurazione di un Progetto che siano legati al suo modo di costruire Urbanità e Comunità.

IL PROGETTO COME SINTESI DI ISTANZE PUBBLICHE E PRIVATE

Il concetto di Impatto/Valore interessa sia la sfera pubblica che quale privata, e coinvolge inoltre un terzo soggetto, che è la Comunità. Politiche come il PNRR e il Bonus Casa 110%, nella maggior parte dei casi non si sono preoccupate di valutare in termini integrati l’impatto ambientale e sociale degli interventi, testimoniando piuttosto la perdita di centralità del Progetto.

Ciò è evidente anche nei presupposti del Nuovo Codice degli Appalti, dove rispetto dei tempi e dei costi sembrano essere divenuti il fine primo di un’Opera, ma che senza la garanzia della sua Qualità complessiva, sono destinati a determinarne la perdita di Valore intrinseco ed estrinseco; non solo, con l’estromissione del progettista dal processo progettuale e realizzativo, i tempi ed i costi dell’Opera sono destinati a moltiplicarsi.

Nel momento in cui il Progetto è chiamato ad essere strumento e non fine, le persone non si riconoscono più in esso, e il Progetto perde la sua legittimazione: prevale in tal senso la legittimazione del NON Progetto.

E’ fondamentale ricostruire un dibattito pubblico, e dare organizzazione e struttura a una regia pubblica per uno sviluppo a medio e lungo termine delle nostre Città, supportata dai progettisti migliori e in grado di riunire allo stesso tavolo attori pubblici, privati e comunità, definendo modalità efficaci di parternariato pubblico-privato.

L’Architettura deve essere riportata al centro del dibattito sulla Rigenerazione urbana, come opera strategica, inquadrata in una programmazione di medio e lungo termine, al pari delle opere infrastrutturali. Il Progetto come sintesi di istanze che coinvolgono sfera pubblica, sfera privata e comunità, deve tornare ad essere il luogo del confronto tra queste istanze

L’ARCHITETTURA COME FORMA DEL CAMBIAMENTO

Il compito dell’Architettura e dell’Ingegneria è quello di interpretare il Cambiamento in atto, dando forma a scenari e soluzioni in grado di definire il senso contemporaneo del Bene Comune.

L’Architettura e l’ingegneria devono recepire le istanze del nostro tempo e trasformarle in Forme di vita, al di là della Performance fine a sé stessa.

Compito dell’Architettura è dare visione al nostro Presente e dialogare con il nostro Futuro. Bisogna tornare a una Cultura del Progetto come elemento generatore della qualità urbana, estendendo la sua concezione alle relazioni che il Progetto è in grado di generare nel territorio e nel paesaggio.

L’Opera di Architettura deve tornare ad essere il fine progettuale, e come tale essere sintesi di istanze che traducono la performance in qualità spaziale, bellezza, urbanità.

Un buon Progetto richiede Visione, gestione della Complessità e conoscenza degli strumenti che la governano. Il progettista è il primo responsabile e garante di questo processo.

In un epoca di veloci cambiamenti l’Opera di Architettura deve rappresentare un solido pilastro a cui ancorarsi anche nei momenti di maggiore instabilità.

Identificare nell’ Opera architettonica uno dei presupposti fondativi della nostra identità e del Bene Comune, è un passaggio necessario per ristabilire le priorità del nostro pensiero e del nostro agire, sia a livello professionale che nella Società.

Subscribe our newsletter

Sign up for a Newsletter.

You have been successfully Subscribed! Ops! Something went wrong, please try again.